Meditare agli occhi di uno scienziato

Sulla rivista SETTE del 27/09/2013 mi sono imbattuto in un intervista fatta a Jon Kabat-Zinn, laureato in biologia molecolare, che ha studiato anche con il premio Nobel Salvatore Luria. In questo testo Zinn espone come la meditazione sia uno strumento in grado di fare passi avanti all'uomo che la riscopre; biologo Buddista che è riuscito a portare un metodo oggi usato sia negli ospedali sia da coloro i quali hanno problemi di stress da lavoro o sono senza lavoro.

Ecco i punti di questa intervista:
Il meditare significa raggiungere la consapevolezza. Consapevolezza di rompere quella narrativa interna, quei discorsi che ci facciamo dentro la nostra testa e che limitano le nostre azioni e creano ansia e stress. Meditare significa allenare la consapevolezza e si conclude, non con l'annullare lo stress, ma cambiare il rapporto con lo stress.
Metodo consigliato negli ospedali, a manager e disoccupati
Il respiro è la chiave di volta che sorregge l'arco fatto da due colonne: una la mente e l'altra il corpo. Solo con il respiro consapevole si collegano le due parti per lavorare ad un unico fine.
Respirare sarebbe da portare nelle scuole. Nella classe, prima di iniziare la lezione, si  respira! Aiuta la concentrazione ed è molto più facile fare attenzione.
In casa la donna che fa i lavori può meditare! Quando lavi concentrati sul piatto che adesso stai toccando. 
Test clinici: analisi epidemiologiche hanno verificato l'efficacia del meditare. Ricerche alla Harvard Medical School hanno dimostrato come la meditazione agisca e modifichi alcune aree del cervello, eco principalmente quali:
amigdala: si chiama dal greco cosi per la sua forma a mandorla e ha il compito principale di gestire  la paura,
ippocampo: dal greco ippo= cavallo e campo= bruco sarebbe a dire cavalluccio marino e gestisce principalmente la memoria a lungo termine,
corteccia prefrontale: ha il compito di agire sulla parte cognitiva ed emotiva e inibisce gli stimoli interferenti con l'azione in atto.

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