La dieta mediterranea, l'alimentazione tipica delle zone del Bacino Mediterraneo, quali l'Italia centro meridionale, la Grecia e la Spagna centro meridionale, fu svelata a metà del XX secolo da Lorenzo Piroddi e da Ancel Keys. Lorenzo Piroddi, medico nutrizionista italiano, fu il primo a capire che esisteva una connessione tra l'alimentazione e le malattie del ricambio come, ad esempio, il diabete, la bulimia o l'obesità. Per i suoi pazienti, egli elaborò una dieta che privilegiava i grassi vegetali e limitava il consumo di quelli animali: fu una prima versione della Dieta Mediterranea. Ancel Keys, biologo e fisiologo americano, durante un soggiorno in Italia per motivi militari a metà degli anni 40, rimase colpito dalle abitudini alimentari della popolazione del Cilento. A partire dai primi anni '50, il biologo dette inizio ad un esperimento chiamato SEVEN COUNTRIES STUDY: prese in esame il regime alimentare di 12.000 persone, di età compresa tra i 40 e i 60 anni, residenti in sette Paesi del mondo (Giappone, Stati Uniti, Olanda, Jugoslavia, Finlandia ed Italia). Da un'osservazione lunga un ventennio, lo scienziato si rese conto che nelle popolazioni mediterranee rispetto ad altri Paesi, come la Finlandia, dove la dieta è ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte, carni rosse), c'era una minor incidenza di quelle patologie definibili come le malattie del benessere ( sovrappeso, diabete, colesterolo). Dall'esito dell'esperimento, negli anni '70, fu pubblicato, negli Stati Uniti, il libro «Eat well and stay well, the Mediterranean way»: in questo libro, Keys, tentò di promuovere le abitudini alimentari responsabili della maggior longevità delle popolazioni mediterranee e consigliò di aumentare il consumo di cereali, frutta, verdura, pesce e olio di oliva e di diminuire il consumo della carne rossa e grassa e degli zuccheri raffinati. Negli anni '90 fu proposta una piramide alimentare che sintetizzava i principi cardine della Dieta Mediterranea. Nel 2008 l'Italia richiese che la Dieta Mediterranea venisse inserita fra i patrimoni culturali immateriali dell'umanità dell'Unesco e nel 2010 ne ottenne il riconoscimento.
Grazie alla deduzione di Lorenzo Piroddi e agli studi di Ancel Keys, ed ai successivi approfondimenti di altri ricercatori, oggi sappiamo che l'efficacia della Dieta Mediterranea sta nel consumo di alimenti vegetali, di carboidrati complessi, di pesce, di erbe aromatiche, di carne bianca, più di quella rossa, nel consumo occasionale e ridotto di dolciumi, insaccati, liquori, burro,formaggio grasso, salse, ecc., tutto accompagnato da attività fisica.
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