Ha compiuto sessant’anni negli Stati Uniti, è economico, informale, veloce, di sicuro riempimento e, per molti di noi piacevole al gusto.
Nutrirsi regolarmente di fast food o di junk food (“cibo spazzatura”), cioè di panini, hamburger, hot dog e patatine fritte significa fornire al nostro organismo un basso contenuto di elementi nutrizionali e un alto contenuto di grassi saturi, di sodio e calorie e rischiare di contrarre, nel tempo, malattie cardiovascolari, diabete.
Nel mondo scientifico, sono stati numerosi i gruppi di ricerca che si sono adoperati per chiarire quali possano essere le conseguenze di un consumo costante di questi alimenti.
E’ stato dimostrato come cibi d’asporto e veloci contribuiscano all’accumulo di adiposità attraverso energia ad alta densità (1).
Oltre ad essere elevata in energia, questi tipi di alimenti aumentano il colesterolo totale, le lipoproteine a bassa densità (LDL) e la pressione arteriosa che sono fattori di rischio per malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 (2).
Uno studio negli Stati Uniti denominato “Coronary Artery Risk Development in Young Adults” (CARDIA) è stato utilizzato per esaminare le associazioni tra il consumo di fast food e i fattori di rischio cardio-metabolici (3).
L’indagine ha incluso 43.000 partecipanti di età compresa tra 18-30 anni (all’inizio dell’indagine), i quali hanno consumato cibi fast food più di due volte alla settimana e dopo 15 anni avevano guadagnato, in media, un extra di 4,5 kg di peso corporeo e presentavano un marcato aumento nella resistenza all’insulina rispetto a coloro i quali mangiavano takeaway meno di una volta alla settimana.
Un altro studio americano si è focalizzato sulla possibilità che lepatatinesurgelate precotte potessero provocare, almeno a lungo andare, il cancro.
Infatti pare che il processo di pre-cottura possa aumentare la quantità di acrilammide, una sostanza chimica cancerogena, nelle patatine (4).
Gli esperti dell’American Chemical Association hanno raccomandato ai produttori di impiegare metodi più efficenti per la pre-cottura di questi cibi al fine di limitare la quantità di acrilammide presente nel prodotto finito.
Anche il consumo di carne ben cotta potrebbe aumentare il rischio di cancro mediante il rilascio, durante la fase di cottura a temperature elevate, di composti mutageni (5).
Infine uno studio spagnolo pubblicato sul Journal Public Health Nutrition, ha dimostrato come mangiare spesso hamburger, hot dog e patatine fritte aumenti del 51% la possibilità di sviluppare patologie a carico del sistema nervoso come la depressione (6).
In conclusione non bisogna demonizzare i fast food ma come è stato dimostrato dobbiamo ricorrervi con moderazione, cercando di adottare qualche utile accorgimento come: sostituire l’acqua alle bevande gassate, evitare le convenienti superporzioni e l’aggiunta di sale.
1) Fast foods, energy density and obesity: a possible mechanistic link.
Prentice AM, Jebb SA. Obes Rev. 2003 Nov
2) Diet composition and the risk of type 2 diabetes: epidemiological and clinical evidence.
Parillo M, Riccardi G. Br J Nutr. 2004 Jul
3) Regular consumption from fast food establishments relative to other restaurants is differentially associated with metabolic outcomes in young adults.
Duffey KJ, Gordon-Larsen P, Steffen LM, Jacobs DR Jr, Popkin BM.
J Nutr. 2009 Nov
4) Kinetic Model for the Formation of Acrylamide during the Finish-Frying of Commercial French Fries.
Parker JK, Balagiannis DP, Higley J, Smith G, Wedzicha BL, Mottram DS.. J Agric Food Chem. 2012 Sep
5) Effects of phenotypes in heterocyclic aromatic amine (HCA) metabolism-related genes on the association of HCA intake with the risk of colorectal adenomas.
Barbir A, Linseisen J, Hermann S, Kaaks R, Teucher B, Eichholzer M, Rohrmann S. Cancer Causes Control. 2012 Sep
6) Fast-food and commercial baked goods consumption and the risk of depression.
Sánchez-Villegas A, Toledo E, de Irala J, Ruiz-Canela M, Pla-Vidal J, Martínez-González MA. Public Health Nutr. 2012 Mar
articolo da : http://it.doctmag.com/