Vi starete chiedendo il nesso tra questi due simboli uno orientale e l'altro di stampo occidentale. L'inno di Mameli noto come inno nazionale italiano e lo yoga noto per lo scopo benefico che porta al fisico e alla mente. Proprio lo yoga con questi scopi contiene dentro i suoi numerosi stili delle strade preferenziali. Queste strade si rifanno alla vista (immagini), all'udito (suoni) e al tatto. Ognuno di noi ha dentro di se una preferenza, una strada e prenderà (o forse ha già preso) questo o quel percorso ancor prima di approcciarsi allo yoga. Un esempio? Già le nostre parole evidenziano questa nostra scelta ad esempio quando per gioco sfidando qualcuno si dice “vediamo un po che sai fare” piuttosto che “sentiamo che sai fare”; oppure sempre per capire su che strada siete indirizzati, per voi è più confortevole osservare il mare (vista) o fare un lavoro d'artigianato come lavorare il legno o pulire casa o fare da mangiare (tatto)? È più emozionante una canzone (udito) o guardare un tramonto che si bagna tra le luci calde e il mare (vista)? Una persona la scegliete in base al suono della sua voce, all'immagine che arriva ai vostri occhi o dal contatto avvenuto tra le vostre mani? Ovviamente queste tre strade non si escludono a vicenda! In alcuni di noi camminano tutte e tre a braccetto, in altri una su tre viene esclusa e tenute vive le altre due; insomma ognuno di noi può sapere se ha una via preferenziale rispetto alle altre osservando come vive le sue emozioni in relazione alla natura e a ciò che lo circonda. Prendiamo in esame la sezione legata al SUONO: i Mantra. Questi hanno lo scopo come le altre vie di far trovare la propria strada, “ di far arrivare il nostro IO a governare la casa e prendere il comando sulle varie persone (maschere che indossiamo)” che a volte noi siamo a seconda di chi incontriamo e di cosa facciamo. Il suono nello yoga è usato per aumentare la propria consapevolezza, fa entrare in risonanza il nostro corpo con la propria nota, da forza e vigore con lo scopo di rigenerare e scoprire se stessi con questa chiave di lettura. Con il suono si inizia a costruire quel flusso di energia che purifica ed espelle le impurità presenti in noi dovute allo stress, alle paure o ad una vita irregolare. Già i canti gregoriani avevano il compito di portare la concentrazione nei monaci che ogni mattina li intonavano. Studiati e scritti per dare la carica e nello stesso tempo portare in risonanza ovvero meditare, concentrarsi verso Dio. Uno studio dello scienziato Tomatisse che studiando in un monastero scopri che ai monaci, che si sentivano stanchi e giù di corda, mancavano proprio i loro canti gregoriani che non facevano più. Erano stati tolti per dare spazio al lavoro agricolo e di manutenzione. Tomatis reintrodusse in accordo con il monastero i canti e dopo un breve periodo ritornarono ad essere molto attivi e meno stanchi nonostante i canti furono reintrodotti portando via loro del tempo al sonno. Da qui ecco perché c'è una correlazione molto più stretta di quanto si pensi con l'inno di Mameli. Si narra che l' Inno appena nato già durante le cinque giornate di Milano veniva intonato a squarciagola dagli insorgenti italiani. In seguito anche con “i Mille” sotto la guida di Garibaldi veniva cantato dai soldati, lungo tutte le strade le campagne alla conquista del meridione e fino a Roma. Usato durante la marcia per tenere su i morali e portare fede in ciò che stavano compiendo, i soldati trovavano nell'inno un'enorme aiuto per la loro causa. La valenza dell'Inno era proprio quella dei Mantra andare a far entrare in risonanza i cuori, dare sicurezza, forza e coraggio per tenere alto il morale. La storia sappiamo com'è andata e nessuno toglie all'inno questa enorme carica che ancora oggi ascoltandolo e cantandolo porta sull'attenti e riempie d'orgoglio italiano.
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